Un falso cereale

Il grano saraceno (Polygonum fagopyrum), detto anche grano nero è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Poligonace. Il nome scientifico fagopyrum deriva dal latino fagus (faggio) e dal greco piròs (frumento). I caratteristici semi triangolari ricordano quelli del faggio. A causa delle sue proprietà nutrizionali, e dei notevoli impieghi alimentari, il grano saraceno viene spesso classificato come un cereale nonostante appartenga alla famiglia delle Graminacee.

Caratteristiche

La pianta di grano saraceno presenta un apparato radicale non molto sviluppato. Il fusto è privo di peli (glabro), di forma cilindrica e con una colorito che varia in base allo stato di maturazione della pianta: inizialmente appare verde, ma con il passare del tempo – mano a mano che la pianta matura – diviene rosso-brunastro. Al temine di ogni ramo si nota la presenza di un’infiorescenza, il cui colore può essere bianco o rosa a seconda della varietà raccolta. Le foglie della pianta di grano saraceno sono ovato – triangolari, disposte in maniera alterna e prive di peduncolo verso la sommità del ramo. Il frutto è un piccolo achenio, quindi un frutto secco con all’interno un piccolo seme. La raccolta dei frutti del grano saraceno avviene quando hanno raggiunto una colorazione scura. Il processo di raccolta dev’essere preceduto da quello di essiccazione, per un periodo che varia dai 10 ai 20 giorni. La pianta di grano saraceno riconosce il proprio habitat naturale nelle zone dove il clima non è particolarmente freddo, e dove la temperatura ambientale si aggira attorno ai 20°C. Teme moltissimo gli sbalzi di temperatura e la carenza d’acqua; per questo motivo svolge il proprio ciclo vitale  interamente durante la primavera e l’estate. La pianta di grano saraceno predilige i terreni non molto concimati e con pH acido.

Agronomia

E’ una coltura adatta ad ambienti freschi (collina e zone pedemontane) poichè siccità ed alte temperature possono provocare aborto fiorale; nelle zone caratterizzate da estati asciutte è necessario prevedere irrigazioni di soccorso. Preferisce terreni poveri ed alletta fortemente sui terreni fertili, ma è una delle piante più tolleranti all’acidità.
In considerazione della brevità del ciclo vegetativo (60 – 100 giorni, in relazione alla varietà) è un’ottima coltura intercalare, può seguire coltivazioni raccolte prima della metà di luglio e permette, a raccolto avvenuto, di seminare il cereale vernino.
Nelle zone dove non esiste la possibilità o l’interesse ad effettuare una doppia coltura si potrebbe effettuare la semina in maggio puntando su varietà a ciclo più lungo (fino a 120 gg), verosimilmente più produttive.

La profondità di semina varia dai 3 ai 5 cm; si può usare una seminatrice da frumento a file distribuendo 80/100 kg/ha di seme. Il grano saraceno è un ottimo utilizzatore della fertilità residua del terreno (una produzione di 20 q.li/ha di granella asporta 40 kg di azoto, 20 kg di anidride fosforica e 30 kg di ossido di potassio), eccessi di azoto accentuano la tendenza all’allettamento.

In virtù della velocità di germinazione e di sviluppo iniziale la coltura non richiede normalmente interventi diserbanti. 
La fioritura, e di conseguenza la maturazione, sono scalari: allorchè è maturato il maggior numero di semi e le piante hanno perso la maggior parte delle foglie si può effettuare il raccolto utilizzando una mietitrebbia con testata da frumento.

grano saraceno pianta 2

Aspetti nutrizionali

Un’alimentazione ricca di grano saraceno è collegata a un ridotto rischio di sviluppare Colesterolo cattivo e pressione alta. Gli effetti benefici del grano saraceno sono dovuti in parte al suo ricco contenuto in flavonoidi, specialmente in rutina. I flavonoidi sono fitonutrienti che proteggono contro le malattie e agiscono come antiossidanti. L’attività ipolipemizzante del prodotto è in gran parte dovuta, appunto, a questi elementi. Il grano saraceno è una buona fonte di magnesio. Questo minerale rilassa i vasi sanguigni, migliorando il flusso del sangue e quindi l’apporto dei nutrienti ai tessuti, riducendo dunque la pressione sangugna e andando di conseguenza ad incentivare il benessere del sistema cardiovascolare.

Si distingue dai comuni cereali per l’elevato valore biologico delle sue proteine (14,1% contro 9,2% del frumento tenero e 8,5% della farina di mais) che contengono gli otto aminoacidi essenziali in proporzione ottimale, mentre i “cereali veri” contengono poca lisina. Rispetto alla farina di frumento, quella di grano saraceno è priva di glutine ed è quindi adatta per alimenti destinati ai celiaci. Contiene una maggiore quantità di amido a più lenta digestione ed è quindi particolarmente indicato nella dieta dei diabetici.

Forse non sappiamo che…

Il grano saraceno contiene glucidi, lipidi, proteine e aminoacidi anche essenziali, indispensabili alla nostra vita. Questa sua composizione lo rende molto utile, dal punto di vista alimentare, nell’infanzia, nei casi di magrezza e di deperimento organico e psichico, nell’artrite e in tutti i disturbi circolatori periferici.

Eliminato l’involucro che copre il seme e cotto come il riso, è un alimento energetico, facilmente assimilabile, molto indicato nei casi di digestione difficile e di denutrizione.

La sua attività terapeutica più importante è comunque quella che viene svolta dalle foglie, il loro infuso ( un cucchiaio per tazza d’acqua ) è molto utile per i casi di problemi circolatori soprattutto venosi. In Inghilterra questa tisana non eccitante chiamata “buck wheat tea” è un surrogato del vero tè e serve a curare le varici venose.

Oltre ad avere proprietà energetica, fortificante, mineralizzante e ricostituente svolge anche un’azione riscaldante e quindi è particolarmente adatto soprattutto nella stagione fredda.